COME OTTIMIZZARE LE ASSUNZIONI: SCOPRI I 3 ERRORI PIÙ COMUNI DA EVITARE PRIMA DI ASSUMERE UN NUOVO DIPENDENTE
COME OTTIMIZZARE LE ASSUNZIONI: SCOPRI I 3 ERRORI PIÙ COMUNI DA EVITARE PRIMA DI ASSUMERE UN NUOVO DIPENDENTE
COME OTTIMIZZARE LE ASSUNZIONI: SCOPRI I 3 ERRORI PIÙ COMUNI DA EVITARE PRIMA DI ASSUMERE UN NUOVO DIPENDENTE
Caro imprenditore, se hai almeno cinque dipendenti, potresti pensare di avere già una buona padronanza delle dinamiche legate alle assunzioni…
Tuttavia, è probabile che alcuni errori subdoli stiano erodendo l’efficienza e il bilancio della tua azienda senza che tu ne sia pienamente consapevole.
Recentemente, ho avuto l’opportunità di approfondire i tre errori più comuni che gli imprenditori commettono quando impostano le retribuzioni dei nuovi dipendenti. Queste pratiche errate possono non solo incrementare i costi aziendali, ma anche compromettere la soddisfazione e la produttività dei tuoi lavoratori.
L'importanza della struttura delle retribuzioni: conoscere le basi
Il primo passo per ottimizzare il processo di assunzione è comprendere la differenza tra costo aziendale, retribuzione lorda e retribuzione netta. Molti imprenditori non tengono in debito conto queste distinzioni, portando a una gestione finanziaria meno trasparente e potenzialmente più costosa. Il primo passo è conoscere la differenza tra:
- Retribuzione lorda: l’importo contrattuale dal quale verranno dedotti tasse e contributi.
- Retribuzione netta: ciò che il dipendente effettivamente riceve.
- Costo aziendale: comprende la retribuzione lorda più i costi aggiuntivi sostenuti dall’azienda come contributi e TFR.
I 3 errori più comuni nell'impostazione delle retribuzioni
1. Contrattare le Retribuzioni sul Netto
Contrattare le retribuzioni basandosi sul netto è un errore frequente che può sembrare una scelta razionale per garantire la soddisfazione del dipendente, ma nasconde insidie significative.
Il netto, ovvero la somma che il dipendente effettivamente porta a casa, è esposto a variazioni fiscali non previste che possono modificarsi con nuove leggi o politiche tributarie.
Se questi costi aumentano, l’imprenditore si trova a dover coprire l’incremento senza averlo pianificato, influenzando negativamente il bilancio aziendale.
Contrariamente, se le tasse diminuiscono, l’azienda potrebbe non beneficiare di queste riduzioni a meno che non riesca a rinegoziare i termini contrattuali, una situazione rara nella pratica.
Esempio Pratico: immagina di aver concordato con un dipendente una retribuzione netta di €1.500 al mese. Inizialmente, questo sembra vantaggioso per il dipendente che sa esattamente quanto riceverà. Tuttavia, se durante l’anno le tasse aumentano a causa di nuove normative fiscali, la tua azienda dovrà coprire la differenza.
Se il costo per raggiungere quella retribuzione netta passa da €2.000 a €2.300 mensili, l’azienda subirà un aumento non pianificato di €300 al mese per dipendente, equivalente a €3.600 all’anno per ogni dipendente, impattando significativamente i costi operativi.
Errore 2: Non Chiedere Controprestazioni
Molti datori di lavoro, quando offrono un compenso maggiore al minimo sindacale, non chiedono delle controprestazioni in cambio. Sono tantissime infatti le controprestazioni che potresti chiedere, come…
– Allungare il periodo di preavviso in caso di dimissioni;
– Pretendere un patto di durata minima;
– Forfettizzare lo straordinario;
– E tante altre ancora…
In questo modo puoi aumentare la produttività dei tuoi dipendenti.
Questo nella maggior parte dei casi non succede, infatti in busta paga molto probabilmente questo compenso maggiore rispetto al minimo sindacale in busta viene segnato come “superminimo”. Un’indennità che è sempre tassata (quindi hai maggiori costi aziendali quando con un’attenta analisi puoi evitarli con indennità esentasse) e soprattutto non richiede alcun tipo di controprestazione ai tuoi dipendenti.
Offrire al dipendente indennità oltre il minimo sindacale senza una clausola di reversibilità è un altro errore comune. Tale pratica limita la flessibilità finanziaria dell’azienda nel lungo termine. È fondamentale che qualsiasi indennità extra sia condizionata da specifici risultati o circostanze che, se non verificati, permettano una revisione dei termini contrattuali. Sennò si rischia che questo costo in più lo si deve tenere fino al termine della durata del contratto!
Nel corso del tempo, se il ruolo del dipendente dovesse cambiare o se le sue prestazioni non fossero all’altezza delle aspettative iniziali, l’azienda si troverebbe a pagare un extra senza una corrispondente contropartita. Per evitare questa trappola, è essenziale stabilire chiaramente che tali indennità sono soggette a revisione periodica, legate al raggiungimento continuo degli obiettivi o ad altri fattori chiave prestazionali. Questo approccio consente all’azienda di mantenere la flessibilità finanziaria e di assicurarsi che le spese extra siano sempre giustificate da un reale valore aggiunto.
Strategie Efficaci per Ottimizzare le Assunzioni
Un aspetto fondamentale che ogni imprenditore dovrebbe considerare è l’implementazione di retribuzioni esentasse. Questo approccio non solo migliora la soddisfazione dei dipendenti ma crea un significativo risparmio fiscale per l’azienda. Ecco alcuni metodi consigliati:
- Buoni Pasto: Offrire buoni pasto fino a €8 al giorno, utilizzabili in numerosi esercizi commerciali.
- Rimborsi per Trasferte: Per le attività lavorative fuori sede, è possibile erogare rimborsi esentasse fino a €46 al giorno. (le trasferte devono essere vere!)
- Rimborsi Chilometrici: Se il dipendente usa la propria auto per le trasferte, i rimborsi chilometrici secondo le tabelle ACI possono essere un vantaggio non tassato.
- Welfare Bilaterale: Utilizzare gli enti bilaterali per offrire servizi vari ai dipendenti, da rimborsi per asili nido a servizi sanitari, tutto esentasse.
- Welfare Puro: Oltre ai metodi tradizionali, esiste la possibilità di offrire benefici sotto forma di servizi diretti, come il sostegno per l’educazione dei figli o contributi per la sanità, che possono essere completamente esenti da tasse.
Chiedere controprestazioni specifiche in cambio di retribuzioni o bonus è una pratica che non solo chiarisce le aspettative, ma incentiva la produttività. Ad esempio:
- Estensione del Preavviso di Dimissioni: Un dipendente potrebbe essere d’accordo a estendere il periodo di preavviso da 15 giorni a 3 mesi, offrendo al datore di lavoro più tempo per trovare una sostituzione adeguata.
- Patto di Durata Minima: Particolarmente utile per posizioni che richiedono un investimento significativo in formazione, questo accordo assicura che il dipendente rimanga in azienda per un periodo minimo, proteggendo l’investimento aziendale.
- Controprestazioni per Bonus: Ogni bonus o incremento di stipendio può essere legato a specifici obiettivi di rendimento, garantendo che il dipendente contribuisca attivamente al successo dell’azienda.
Come avrai capito leggendo l’articolo, conoscere gli errori più comuni e adottare le migliori strategie per la gestione del personale ti permette di risparmiare migliaia di euro sul costo aziendale, aumentare la flessibilità contrattuale e in alcuni casi aumentare anche la soddisfazione e la produttività dei tuoi dipendenti.
Vuoi scoprire anche tu come puoi sfruttare nella tua azienda queste agevolazioni fiscali e contrattuali?
Da oggi puoi fissare una Consulenza Gratuita direttamente con noi dove ti spiegheremo, attraverso un report specifico, quanto puoi risparmiare esattamente sul costo del lavoro.
Ti ricordo che puoi arrivare a risparmiare fino a 5.000€ per dipendente l’anno…
Mica male se pensi che questa cifra la puoi moltiplicare per tutti i tuoi dipendenti.
2 risposte
Salve
Si vorrei capire meglio come risparmiare sul costo del lavoro e nello stesso modo incentivare i due dipendenti
Buongiorno Massimo,
Grazie per il suo interesse.
Verrà contattato alla mail indicata per maggiori informazioni!